Scheda attore - Biografia
Buster Keaton

Buster Keaton, nome d'arte di Joseph Francis Keaton (Pickway, Kansas 1895 - Los Angeles, California 1966) attore, regista e sceneggiatore statunitense.

Esordisce a tre anni come acrobata nel varietè. E'così bravo che viene notato dal grande illusionista Harry Houdini, al quale sembra risalga il soprannome di'Buster'(rompicollo), per la sua capacità di compiere evoluzioni, acrobazie, esercizi fisicamente difficili e pericolosi. Il giovane segue i genitori, artisti girovaghi, in tutti i loro viaggi e nel 1917 raggiunse notorietà sufficiente per mettersi in proprio. Trova impiego alla Keystone e fa coppia con Roscoe'Fatty'Arbuckle.

Quando Keaton abbandona il teatro per il cinema, la sua silhouette imperturbabile era già delineata, la maschera immobile sottilmente animata dallo sguardo fisso. Questa maschera imperscrutabile è la firma di tutti i suoi film, molti dei quali portano la sua regia. Fra il 1920 e il 1929 gira i suoi capolavori: Our Hospitality (La legge dell'ospitalità, 1923), The Navigator (Il navigatore, 1924), The General (Come vinsi la guerra, 1926), dove ricostruisce con grande precisione la guerra di Secessione, Steamboat Bill Jr. (Io e il ciclone, 1928), dove si fa crollare addosso la facciata di una casa, uscendo indenne avendo progettato'al centimetro'di trovarsi (miracolosamente) in corrispondenza di una finestra, The Cameraman (Il cameraman, 1928) e Spite Marriage (Io... e le donne, 1929).

La sua vita privata è movimentata: nel 1921 sposa l'attrice Natalie Talmadge (dalla quale divorzierà nel 1932), con la quale ha due figli, che in seguito allontanerà dal padre; nel 1933 è la volta di Mae Scribbens, ma il matrimonio finisce presto; nel 1940 l'ultimo matrimonio con Eleonor Norris.

Con l'arrivo del sonoro comincia il triste declino della sua carriera: la sua comicità basata sulla mimica, sulla piena espressività gestuale, rifiuta la parola, non prevede questa forma di comunicazione. Buster Keaton ha una clausola nei suoi contratti, quando il cinema diviene un'arte sonora, oltre che visiva: quella di non poter proferire parola nei film che interpretava. E Buster Keaton, uno dei più grandi comici del cinema muto,'the great stone face'(così soprannominato per la sua espressine impassibile), decide di non parlare ne sorridere mai.

A chi glielo chiede risponde che non gli interessa che il pubblico rida con lui, ma di lui.'A furia di beccare torte in faccia ho capito una cosa, che tanto più mi mostro indifferente e quasi stupito di fronte all'ilarità del pubblico, tanto più quello ride'. Ben presto trascurato da Hollywood, ben presto alcolizzato, l'uomo che insieme a Charlie Chaplin diede dignità alla comica, finì solo e dimenticato, continuando a lavorare come consulente, sceneggiatore o attore in parti minori e insignificanti in film non suoi, riuscendo a mala pena a sopravvivere.

Nel 1945 collabora con Stan Laurel e Oliver Hardy alla stesura di uno dei loro ultimi film, Nothing But Trouble (Sempre nei guai, 1945). La sua vita e la sua storia artistica sono state condizionate dalla continua contrapposizione con Chaplin. La differenza tra i due era che la maschera di Charlot era il prodotto dell'arte di un uomo colto e consapevole; Buster Keaton è invece uomo privo di cultura, ma paradossalmente i suoi film rivelano una complessità e una sensibilità premonitrice che non hanno confronti.

La sua indimenticabile faccia di pietra, contrastante con le sue gag visive caratterizzate da una vivacità fisica irresistibile, diverte ancora oggi. Il tutto è venato dalla poetica malinconia che non è la caratteristica di un semplice comico, ma di un individuo profondo, capace di far ridere toccando i sentimenti più profondi dell'animo umano.

Si possono ricordare solo altre tre grandi prove in cui appare come interprete di se stesso: Sunset Boulevard (Viale del tramonto, 1950) di Billy Wilder, Limelight (Luci della ribalta, 1952) di Charlie Chaplin e Film (Film, 1965) di Alan Schneider e Samuel Beckett. Prima di morire ad Hollywood nel 1966, fa in tempo ad assistere al recupero della sua opera e a vedere collocato il suo nome tra i più grandi e importanti autori della storia del cinema.